25 Nov Le feste comandate? Un’occasione per fare il tutto esaurito
Tocchi sapienti, comunicazione ed esperienza sono gli ingredienti di una formula magica per trasformare un pranzo al ristorante in un grande evento di festa.
Come tutti i partiti storici, anche quello del “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi” sembra perdere iscritti di anno in anno. Anche qui c’è il nuovo che avanza. E si chiama: «Sai che c’è? Quest’anno festeggiamo al ristorante». Tra cucine ristrette, famiglie allargate e poca voglia e tempo di mettersi ai fornelli per cercare di accontentare esigenze alimentari inconciliabili di parenti e amici, l’opzione “si va a mangiare fuori” è sempre più gettonata. Due le caratteristiche emerse di recente: il desiderio di un’atmosfera festosa ma non necessariamente troppo formale e la tendenza a organizzarsi per tempo, con conseguente propensione alla prenotazione (anticipata).
«La voglia di festeggiare delle persone non è mai venuta meno – afferma Mauro Adami, direttore artistico di Barawards Dinner Gala e dell’agenzia specializzata Domo Adami Events -. La novità è che dalle feste comandate alle celebrazioni private, come i compleanni, aumenta la propensione ad andare al ristorante, che diventa il luogo della convivialità. Per questo ogni locale dovrebbe considerare l’opportunità di prevedere, tra le varie opzioni di sedute, anche uno o più tavoli dedicati».
Il punto di partenza è chiaro: le feste comandate sono, ancor più che in passato, un’ottima opportunità di business. Come approcciarle? «C’è vita oltre il veglione e il cenone – spiega Adami -: non sono più le uniche opzioni. Anzi».
La prima cosa da fare è analizzare la propria identità e la propria organizzazione: «La proposta non deve snaturare l’identità del locale. Al contrario: è l’occasione per metterla in luce, per rafforzarla ulteriormente con un menu e una mise en place che caratterizza il ristorante. Le corde da toccare sono quelle delle emozioni e delle suggestioni. Bisogna saper dare il profumo e l’atmosfera della festa».
Menu fisso o à la carte? «La prima cosa da valutare è la propria organizzazione. Siamo in grado di servire x pasti à la carte o andiamo in affanno? Qualunque sia la scelta, il pensiero dev’essere: “faccio stare bene il cliente”. Magari con un piatto fuori menu ispirato alla tradizione che richiami l’atmosfera di casa».
Visto che ormai i clienti, almeno per queste date clou, prenotano anche con due mesi di anticipo, è opportuno pianificare il lavoro: «L’organizzazione deve partire tre mesi prima, in modo da riuscire a acquistare in anticipo: si compra bene e si sceglie il meglio. A ruota segue la comunicazione, così da raccogliere le prenotazioni prima possibile. Studiando bene il calendario, ogni festa può diventare l’occasione per promuovere la successiva».
L’ultima suggestione è la più interessante: «Perché non pensare anche a fornire un servizio di take away, magari con i piatti della tradizione?».
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